Francesca Petrini, relatrice al seminario SYMBOLA
“Per sfidare la crisi
l’Italia deve fare l’Italia” : parto da questa affermazione di Ermete Realacci
, presidente di Symbola, quale stimolo e fonte d’ispirazione di alcune mie
riflessioni maturate sui temi affrontati
in occasione del XIII seminario estivo
organizzato dalla stessa Fondazione a Treia, uno dei più bei borghi italiani in
provincia di Macerata, all’interno delle nostre belle Marche nei giorni 26 e 27
giugno.
Mi ha colpito il tema madre che pone l’Italia ad un bivio, tra orgoglio e pregiudizio.
Ero presente, invitata da Symbola ad intervenire in
qualità di titolare della Fattoria Petrini e testimonial Marche sul tema
L’ITALIA DELL’EXPO 2015, La Nuvola del futuro. Infatti già dopo due mesi dal
suo inizio ci si interroga sui segnali forti e deboli che Expo è stata in grado
di generare in questo lasso di tempo e sulle reali prospettive di un dopo Expo
alla luce dell’attuale contesto economico che non senza fatica sta uscendo dal
tunnel della crisi. Al sociologo Aldo Bonomi vanno attribuiti i significati
legati al concetto di segnale forte e di segnale debole sapientemente
introdotti per separare due distinti approcci, rispettivamente la quantità e la
qualità.
Expo vanta alcuni numeri importanti, forti, che ci fanno subito capire la
dimensione ed il potenziale come i 147 paesi che sono in essa presenti oppure
gli 11 milioni di biglietti venduti prima dell’inaugurazione ma quando facciamo
riferimento ai contenuti , ai temi, ai messaggi che Expo lascerà in eredità
come la Carta di Milano, allora in questo caso parliamo di “qualità” quindi di
segnali deboli. Il successo di Expo sta anche in questo; coltivare questi
segnali perché sono e saranno il futuro delle prossime generazioni, non solo
italiane.
Cosa vuol dire allora che l’Italia deve fare l’Italia nell'anno di Expo? Vuol dire che all’Italia
basterebbe fare l’Italia cioè la sua
parte e nel farlo bisogna ripartire dall’orgoglio di essere italiani perché la
nostra italianità diventa sicuro valore quando questo si traduce in eccellenze
agroalimentari e manifatturiere, in creatività, in arte e bellezza, in
innovazione e capacità di guardare al futuro. L’Expo di Milano è quindi una
metafora e l’occasione per gli italiani di fare gli italiani con la loro
capacità di saper fare, di saper fare nonostante i limiti e con la loro capacità
di guardare non ad un qualunque futuro ma solo a quello realmente sostenibile.
E allora l’Italia deve scrollarsi di dosso i tanti pregiudizi e gli stereotipi
di un paese condannato ad un inevitabile declino.
Questo penso e auguro all'Italia ogni bene!
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