giovedì 23 luglio 2015

La longevità delle Marche, una prospettiva di bellezza e buon vivere (di Aldo Bonomi)

Aldo Bonomi , sociologo
La regione Marche, nell'ambito delle proprie giornate di protagonismo regionale dentro Expo, ha tenuto lo scorso 10 giugno all'Auditorium di Palazzo Italia un convegno internazionale sulla longevità.
Vi hanno partecipato studiosi del fenomeno come Dan Buettner di National Geographic, esperto delle blu zone, i cinque luoghi più longevi del mondo, Giovanni Pes, lo studioso sardo che per primo, partendo dall'osservazione della longevità dei componenti della sua famiglia e dei suoi avi, prese a studiare il fenomeno in Sardegna, Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, e alcuni testimonial del vivere in salute, soprattutto attraverso lo sport e il movimento, come Sydne Rome e Jury Chechi.
 Nel corso del convegno sono state delineate dagli studiosi le caratteristiche che meglio definiscono le nostre aspettative di vita,  non solo nella prospettiva di vivere più a lungo ma soprattutto in quella di vivere bene mantenendo a lungo una qualità di vita alta.
 Il principio primo legato alla longevità è senza dubbio quello per cui ognuno di noi è e si fa protagonista della propria longevità con le proprie abitudini di vita, cioè “la longevità si conquista” come ci dice il professor Bernabei, che non tralascia di sottolineare però che a definire le caratteristiche della longevità e i suoi presupposti, anche nella classifica dei paesi più longevi stilata dal Global AgeWatch Index, oltre alle componenti più strettamente mediche o di abitudini di vita personali sono chiamate in causa quelle di contesto.
 È proprio lo studio delle blu zone ad aver messo in  luce quanto il contesto sia importante, andando a definire nello specifico sei caratteristiche che riguardano in primo luogo la dieta e il movimento ma anche la spiritualità, la famiglia, il continuare ad avere uno scopo nella vita e i legami sociali. L’Italia è il secondo paese al mondo come aspettativa di vita e le Marche sono la regione i cui abitanti hanno la maggiore aspettativa di vita nel nostro paese. Da questo punto di vista le Marche sono una regione laboratorio dove il professor Bernabei indaga anche un di più: “ questa regione è leader nel mondo per longevità e c’è certamente il tema del colesterolo, del mangiare, dell’esercizio fisico... ma c’è evidentemente anche un quid in più che è dell’Italia da una parte e della regione Marche in particolare dall'altra: un atteggiamento nei confronti della vita, un piacere di continuare a vivere ….”
 Dal mio punto di vista,  la parola chiave per le Marche è “prospettiva di vita”, un concetto che viene da  lontano, da quando Piero della Francesca presentò al duca di Urbino il trattato sulla prospettiva. Le prospettive che si vedono nei quadri di Piero, ma non solo, e che rappresentano quelle colline, quel territorio, quegli squarci di “infinito” leopardiano, marcano il rapporto anche tra longevità e bellezza da un lato e longevità e spiritualità dall’altro. Perché se il paesaggio che ci circonda è bello alimenta lo spirito. Uno dei temi è infatti proprio il rapporto con la spiritualità che nelle Marche mette assieme idealmente lo splendore della basilica di Loreto con il pregare in una moschea abbassando i conflitti della guerra civile molecolare, il male del nostro secolo. I temi della famiglia, delle forme di convivenza e di quelle di comunità, che sembrano rimandare all'800 o al 900, vanno invece riattualizzati e non c'è dubbio che le Marche sono una delle regioni italiane in cui il senso della comunità è ancora più vivo che altrove.
 Il tema egemone per la longevità tuttavia, come ci hanno ricordato tutti gli esperti nel corso della discussione all’Auditorium di Expo, è quello dell'alimentazione, quella piramide alimentare che richiede necessariamente un rapporto con l'agricoltura di territorio e con quello che De Rita chiama lo “scheletro contadino” del nostro paese che garantisce la bellezza del  vivere borghigiano da una parte e la dieta mediterranea del mangiare in modo salubre dall’altra. Da questo punto di vista le Marche sono riuscite a tenere il loro scheletro contadino che ha prodotto borghi invece che metropoli e oggi sono un insieme plurale di città e di borghi senza un'area metropolitana accentrante. Un indicatore non da poco se si pensa all’importanza del rapporto tra smart city e smart land oggi.
Le Marche sono riuscite a tenere insieme la memoria di Piero della Francesca, il paesaggio, la spiritualità, la bellezza, il vivere borghigiano, il vivere contadino.. nonostante si siano comunque  confrontate e si confrontino con l'industria e il lavoro industriale. Fin dall'inizio il passaggio all'industrializzazione in questa regione è avvenuto in una dimensione di tempi e ritmi che un grande marchigiano, Giorgio Foa,  riassunse nella figura idealtipica del metalmezzadro che è sempre stato contemporaneamente un po' metalmeccanico e un po' mezzadro, coltivatore. 
 La capacità delle Marche di aver tenuto insieme il territorio agricolo, la dimensione contadina diffusa e spesso familiare, con la dimensione dell'industria ha certamente contribuito a quel contesto che incide anche sulla longevità di questa regione. Oggi tuttavia siamo di fronte all'interrogativo di quanto quel “capitalismo dolce” senza fratture saprà resistere dialogando con la globalizzazione che viene avanti cercando di mantenere una memoria storica che permetta però di entrare nell'ipermodernità.
 A questi temi e interrogativi si sono spirati i 15 video che hanno costituito, nell’ambito del periodo di protagonismo di questa regione sul Cardo di Expo, la mostra sulle Marche. I video, realizzati da cinque registi marchigiani, hanno trattato appunto i temi della prospettiva di Piero della Francesca, pittore di smart land, quello della spiritualità, del vivere borghigiano, del capitalismo dolce... E anche il tema del mare Adriatico su cui si affacciano e interagiscono da sempre le culture diverse delle due sponde, tema che anticipa la conferenza sulla Macroregione Adriatico Ionica che la regione Marche come capofila, insieme a Emilia Romagna, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise e Puglia, ha organizzato per il prossimo giovedì 8 ottobre presso l’Auditorium di Palazzo Italia a Expo.