sabato 2 maggio 2015

RAPPRESENTARE LE MARCHE


Quando mi è arrivata la lettera del Direttore Generale di Padiglione Italia – ing.Cesare Vaciago – quell’indimenticabile quanto inaspettato 9 gennaio 2015, non potevo credere a quello che stavo leggendo tanto era la gioia mista all’incredulità, allo stupore di capire perché proprio io, proprio la mia azienda fosse stata scelta  in un panorama fatto di tante altre aziende, pure eccellenti.

Con le parole che cito testualmente “ …è con grande piacere che Le comunico che la sua Storia professionale …diventerà parte del racconto delle Identità italiane che sarà allestito all’interno di Padiglione Italia di Expo Milano 2015…la Fattoria Petrini è stata scelta per rappresentare la Regione Marche nella sezione Potenza del Saper Fare”,  quel giorno, in quel pomeriggio ho vissuto un’emozione unica, indescrivibile e mi sono commossa al pensiero di quanto sarebbe stato contento mio padre alla notizia dell’importante riconoscimento e del significato che avrebbe avuto per me e per noi tutti. Ricordo di aver subito chiamato mia madre e mio fratello Cristiano con i quali ho condiviso questa immensa gioia.

E allora perché la mia storia?

Perché è una storia di lungimiranza, di coraggio e di innovazione.

Faccio biologico da almeno 25 anni grazie ad un’intuizione di mio padre che per ragioni di salute, si era sensibilizzato all’esigenza di un ‘alimentazione sana e genuina già negli anni ottanta. Al tempo ero ancora una liceale ma ricordo bene che non mi fu difficile condividerne il pensiero e la passione .Mio padre sosteneva l’importanza di coltivare la terra in maniera rispettosa perché solo così – diceva - questa “ti restituisce il buono e ti garantisce il futuro. Se la maltratti, questa si ribella.” Ed è vero, caro babbo, Dio solo sa quanto è vero.

La lungimiranza, l’essere precursori  richiedono però anche coraggio soprattutto quando certe scelte non sono così ovvie, a portata di mano o semplicemente non condivise nell’immediato perché non capite, non comprese culturalmente. Una scelta può dirsi veramente accettata se è stata interiorizzata con coscienza. Ci sono infatti voluti molti anni affinchè l’agricoltura biologica e l’olivicoltura biologica potessero finalmente dirsi “accettate” anche dalla società, dai consumatori, che prima vedevano in questo diverso approccio alla natura una risposta per pochi o meglio solo per i “malati” senza pensare che “noi siamo ciò che mangiamo” come disse il saggio filosofo tedesco Feuerbach.

Bisogna tuttavia guardare avanti perché il mondo cambia e con questo, cambiano i fabbisogni delle persone, anche quelli nutrizionali. Ed è sulla base di questa consapevolezza, che ho iniziato ad osservare alcuni anni fa una serie di realtà che attengono la fisiologia umana ; mi sono infatti accorta di quanto la carenza, il deficit di calcio e quindi lo sviluppo delle patologie del tessuto osseo, siano problemi molto seri e sottovalutati fra la popolazione, soprattutto femminile. I numeri bastano da soli per far capire la dimensione del problema.Una ricerca americana ha stimato che il 25-50% degli uomini di età tra i 18 e i 34 anni assume una quantità di calcio insufficiente. Una situazione ancora peggiore si ha per le donne: meno del 33% delle donne tra i 18 e i 74 anni e addirittura meno del 25% delle donne sopra i 35 anni hanno un apporto giornaliero di calcio in linea con le raccomandazioni. Questa situazione rivela che un’ampia percentuale della popolazione, sottoponendo il proprio organismo ad un costante prelievo di calcio dall'osso per carenza di calcio nella dieta, è a rischio di indebolimento dello scheletro per osteoporosi, e persino della perdita di denti per la rarefazione dell’osso alveolare. E’ quindi nato il Petrini plus, l’olio arricchito con le vitamine D3, K1 e B6 che favoriscono l’assorbimento e la fissazione del calcio nelle ossa. L’unico olio alleato delle ossa, protetto da un brevetto internazionale.

Con questo prodotto, la mia azienda ha cambiato radicalmente il modo di vedere e considerare l’olio d’oliva; non più soltanto un gustoso condimento ma anche un prezioso veicolo per fare arrivare ulteriori e benefiche sostanze all'organismo in modo naturale e senza controindicazioni.

Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo”. L’aveva capito già Ippocrate, nel lontano 400 a.C., che la salute si cura – e si procura – a tavola.

Francesca Petrini