mercoledì 23 dicembre 2015
giovedì 26 novembre 2015
In 20 anni i disastri provocati dal clima hanno fatto oltre 600.000 vittime
Mercoledì 25 Novembre 2015 14:00
L’Ufficio dell’ONU per la riduzione dei
rischi da disastri correlati ai cambiamenti climatici ha messo in evidenza
l’impatto di alluvioni, eventi meteorologici estremi, ondate di calore,
siccità, in termini di perdite sia economiche che di vite umane, e a rischiare
di più sono soprattutto i bambini, come ha osservato un altro Rapporto
dell’UNICEF.
"Negli ultimi 20 anni, Stati Uniti,
Cina e India sono stati i Paesi più colpiti dai disastri provocati dai
cambiamenti climatici".
Ad affermarlo è il Rapporto "The Human Cost of Weather Related Disasters" (Il costo umano dei disastri causati dal clima) effettuato dall'UNISDR (United Nations Office for Disaster Risk Reduction) e dal CRED (Centre for Research on the Epidemiology of Disasters) e rilasciato ad una settimana dall'inizio della Conferenza delle Parti (COP21) di Parigi.
Ad affermarlo è il Rapporto "The Human Cost of Weather Related Disasters" (Il costo umano dei disastri causati dal clima) effettuato dall'UNISDR (United Nations Office for Disaster Risk Reduction) e dal CRED (Centre for Research on the Epidemiology of Disasters) e rilasciato ad una settimana dall'inizio della Conferenza delle Parti (COP21) di Parigi.
“Il tempo e il clima sono i principali
fattori del rischio di calamità - ha dichiarato Margareta Wahlström,
Presidente UNISDR nel corso della presentazione del Rapporto - Questo studio dimostra che i Paesi
stanno pagando un caro prezzo in termini di vite umane. Non solo, le
conseguenti perdite economiche sono tra le maggiori sfide per lo sviluppo di
molti Paesi poveri che lottano contro povertà e cambiamenti climatici”.
Lo
studio ha preso in esame i dati di 6.457 calamità avvenute tra il 1995 e il
2015, da cui emerge che in questo arco di tempo i danni maggiori (il 90%) sono
stati provocati da alluvioni, tempeste, ondate di caldo e siccità e che gli
eventi più frequenti si sono registrati negli Stati Uniti (472 casi), Cina
(441), India (288), Filippine (274) e Indonesia (163).
I
disastri naturali riconducibili agli effetti dei cambiamenti climatici hanno
provocato nel ventennio
esaminato la morte di 606 mila persone - una media di 30 mila
l’anno - e ne hanno afflitto altre 4,1 miliardi, tra ferite, senza tetto o
ridotte in stato di indigenza.
I
bambini,
come ha testimoniato un altro Rapporto pubblicato qualche giorno prima
dall'UNICEF ("Unless We Act Now"),
sono i più esposti ai
rischi dei cambiamenti climatici, con ben 690 milioni di loro,
su un totale di 2,3 miliardi, che vivono in aree “flagellate da inondazioni e tempeste tropicali”.
Tra
le calamità naturali, le alluvioni
sono state le più frequenti (il 47% del totale) e hanno
interessato 2,3 miliardi di persone, la maggior parte delle quali (95%) vive in
Asia.
Se si guarda alla totalità dei dati, dallo studio emerge che tra il 2005 e il 2014 si sono registrati una media di 335 eventi disastrosi ogni anno, con un aumento del 14% rispetto al decennio precedente (1995-2004), e del doppio rispetto al periodo 1985-1994. Per quanto riguarda la percentuale di popolazione colpita, il picco maggiore si è avuto nel 2002, quando 300 milioni di persone in India hanno sofferto per la siccità e altri 100 milioni in Cina per le tempeste di sabbia. Rispetto alla media annuale di 34 mila decessi, il 2008 è stato l’anno peggiore, a causa del ciclone Nargis che nel solo Myanmar ha provocato 138 mila vittime.
Se si guarda alla totalità dei dati, dallo studio emerge che tra il 2005 e il 2014 si sono registrati una media di 335 eventi disastrosi ogni anno, con un aumento del 14% rispetto al decennio precedente (1995-2004), e del doppio rispetto al periodo 1985-1994. Per quanto riguarda la percentuale di popolazione colpita, il picco maggiore si è avuto nel 2002, quando 300 milioni di persone in India hanno sofferto per la siccità e altri 100 milioni in Cina per le tempeste di sabbia. Rispetto alla media annuale di 34 mila decessi, il 2008 è stato l’anno peggiore, a causa del ciclone Nargis che nel solo Myanmar ha provocato 138 mila vittime.
Nel
rapporto si sottolinea, inoltre, che sussistono delle lacune nei dati,
osservando che le perdite economiche da disastri correlati al clima sono molto
più elevate rispetto al valore registrato di 1.891miliardi di dollari,
rappresentando solo il 71% di tutte le perdite attribuibili ai rischi naturali
nel periodo esaminato, dal momento che non tutti i dati registrati contengono
informazioni sulle perdite economiche che, secondo l'UNISDR, le perdite
reali - compresi terremoti e tsunami - oscillano tra i 250 miliardi - 300 miliardi di
dollari l'anno.
"I
cambiamenti climatici, la variabilità del clima e gli eventi meteorologici
estremi sono una minaccia per il raggiungimento dell'obiettivo globale di
eliminare la povertà, uno degli Obiettivi di di Sviluppo Sostenibile
- ha affermato a sua volta, il Professor Debarati
Guha-Sapir, a capo del CRED - Abbiamo bisogno di ridurre le emissioni di gas serra e
affrontare altre fattori di rischio come lo sviluppo non pianificato urbano, il
degrado ambientale e le lacune negli allerta preventivi. Tutto questo richiede
di assicurarci che le persone siano informate sui rischi e che le istituzioni
che gestiscono il rischio da catastrofi siano rafforzate".
mercoledì 25 novembre 2015
DAL LIBRO "CNA STORIE"
Dalle Marche all’Expo l’inventrice
dell’olio d’oliva che aiuta a prevenire l’osteoporosi
Libro CNA Storie |
L’olio d’oliva non
come semplice condimento, ma come veicolo di sostanze utili all’organismo, in
particolare vitamine che aiutano a prevenire malattie come l’osteoporosi. E’
l’intuizione vincente - e brevettata a livello europeo – di Francesca Petrini,
44 anni, titolare insieme al fratello Cristiano della “Fattoria Petrini”,
un’azienda agricola marchigiana specializzata nella produzione di olio d’oliva
e derivati. Un’intuizione che ha fatto sì che la Petrini vincesse il premio
ITWIIN 2014 come migliore inventrice dell’anno e soprattutto venisse scelta
come testimonial per la Regione Marche, all'interno del Padiglione Italia di
Expo Milano 2015, quella che sarà la vetrina delle eccellenze italiane.
Una laurea in Economia, un master in olivocoltura e una “vita devota al lavoro”, quella di Francesca, che già durante l’università inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, trasformata dal padre Leonida, nel 1989, nella “Fattoria Petrini”, con l’intuizione – dono di famiglia – di convertire già allora l’intero uliveto in biologico.
Settemila ulivi, per una produzione media di 300-400 quintali di olio, (grazie anche alla produzione locale): sottaceti, olio, paté, una linea cosmetica all’olio d’oliva, ma soprattutto il “Petrini plus”, l’olio arricchito con vitamine D3, K1 e B6, testato scientificamente e clinicamente.
Una laurea in Economia, un master in olivocoltura e una “vita devota al lavoro”, quella di Francesca, che già durante l’università inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, trasformata dal padre Leonida, nel 1989, nella “Fattoria Petrini”, con l’intuizione – dono di famiglia – di convertire già allora l’intero uliveto in biologico.
Settemila ulivi, per una produzione media di 300-400 quintali di olio, (grazie anche alla produzione locale): sottaceti, olio, paté, una linea cosmetica all’olio d’oliva, ma soprattutto il “Petrini plus”, l’olio arricchito con vitamine D3, K1 e B6, testato scientificamente e clinicamente.
“L’idea mi è venuta in Giappone – racconta Francesca – osservando la popolazione anziana e il loro stile di vita. Mi sono accorta che erano carenti di un minerale come il calcio e che lo assumevano attraverso molti integratori alimentari. Anche noi europei, soprattutto le donne, alla luce dell’aumento dell’età media, ne siamo carenti e allora mi sono detta: cosa meglio di un alimento che usiamo quotidianamente come l’olio d’oliva, apprezzato in tutto il mondo, può diventare veicolo di sostanze da assumere quotidianamente come il calcio? Dovevo trovare un sistema che legasse le due cose – continua la Petrini – e la mia idea entusiasmò il compianto professor Mario Marchetti, direttore dell’Istituto di Vitaminologia dell’allora Dipartimento di Biochimica dell’Università di Bologna. ‘Bell’idea’, mi disse, spiegandomi che l’olio d’oliva accetta le vitamine K e D, entrambe liposolubili, mentre la B venne adattata, e fu così che nacque il Petrini Plus”.
“Sono stati condotti diversi studi scientifici pilota su gruppi di donne in menopausa, che hanno dimostrato l’efficacia del prodotto nel migliorare la densità ossea riducendo la presenza dell’osteocalcina sottocarbossilata nel sangue – spiega la Petrini - una delle sostanze maggiormente responsabili per l’appunto della riduzione della densità ossea. E’ stata inoltre dimostrata una fluidificazione delle membrane piastriniche, indicativa di una migliore funzionalità di queste cellule, strettamente correlata alla prevenzione di attacchi trombotici. Insomma possiamo dire che il nostro olio è un efficace supplemento anche nella prevenzione delle malattie cardiovascolari”.
“Per me è stata una grande vittoria, perché la ricerca è stata sostenuta interamente a nostre spese e l’invenzione è diventata un brevetto a livello europeo. E se si considera che a farlo è stata una piccola impresa, l’orgoglio e la soddisfazione sono ancora più grandi. L’olio d’oliva italiano è apprezzato in tutto il mondo – conclude Francesca - ma alla luce dei cambiamenti climatici diventa sempre più difficile fare questo lavoro. Servirebbe una revisione del piano olivicolo nazionale, eliminare tutti quei lacci burocratici che appesantiscono il settore, poter piantare più ulivi, anche perché, non dimentichiamolo, il valore aggiunto di questo settore è la salvaguardia del patrimonio ambientale”.
lunedì 23 novembre 2015
domenica 22 novembre 2015
Olio di palma cancerogeno arriva sul mercato europeo
Secondo una segnalazione de Il Fatto Alimentare al ministero della Salute,
in vendita per l'Unione europea vi potrebbero essere prodotti contenenti olio
di palma contaminato con il colorante Sudan IV
Dopo la segnalazione inviata da Ilfattoalimentare.it al
Ministero della salute sulla vendita in Italia di olio di palma vergine
contaminato da un colorante cancerogeno e genotossico (Sudan IV), il sistema di
allerta (RASFF) ha allertato le autorità sanitarie regionali invitandole a fare
accertamenti per ritirare i prodotti interessati. L’allarme è alto perché c’è
un precedente simile: nel 2003-4 centinaia di prodotti italiani sono stati
ritirati perché contaminati dal Sudan I, un colorante simile a questo.
Secondo le informazioni rese note da Bruxelles, si tratterebbe
di olio di palma proveniente dal Ghana importato dall’Olanda. I paesi
interessati sono 10 (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,
Ghana, Irlanda, Olanda e Spagna) e i valori di contaminante oscillano da 596 a
1210 µg/kg – ppb.
Il caso è scoppiato quasi un mese fa, il 21 ottobre 2015, quando
la Food and Drugs Authority del Ghana ha invitato i consumatori a non
utilizzare l’olio di palma, dopo che le analisi condotte dall’Autorità per la
sicurezza alimentare su 50 campioni venduti nei maggiori mercati della regione
della capitale Accra hanno rilevato la presenza, nel 98% dei casi, del
colorante genotossico e potenzialmente cancerogeno Sudan IV, di solito usato
per dare una certa tonalità rossastra a solventi, cere, oli e lucido per
scarpe.
Il problema coinvolge anche l’Europa e l’Italia, perché
confezioni di olio di palma rosso sono esportate e vendute via internet e nei
negozi etnici. In Gran Bretagna, ad aprile, è stato ritirato dal commercio un
olio di palma senza etichetta del Ghana venduto da Kemtoy Miyan Cash &
Carry. A luglio la stessa sorte ha interessato un altro lotto proveniente dal
Ghana marchiato Zdomi, commercializzato da Fovitor International, per la
presenza di Sudan IV. Un’inchiesta avviata dalle autorità del Ghana sul Fovitor
Zdomi Palm Oil ha scoperto che il fornitore, Miva Lifeline Limited, non aveva
chiesto l’autorizzazione per esportare nell’UE , dove è richiesta l’assenza del
Sudan IV.
Su internet sono acquistabili diverse marche di prodotti con
olio di palma: pochi giorni fa c’è stato un altro caso. Il 30 ottobre, il
Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) ha segnalato
in Francia , la vendita di olio di palma del Ghana proveniente dall’Olanda, con
il colorante Sudan IV. Il Fatto Alimentare ha segnalato al Ministero della
salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la
nutrizione, la presenza di diverse marche di olio di palma proveniente dal
Ghana, acquistabili da siti internet in lingua italiana, chiedendo in via
precauzionale vengano la sospensione delle importazioni di olio di palma dal
Ghana. L’invito a non utilizzarlo dovrebbe essere rivolto anche a industrie,
ristoratori e consumatori sino a che non saranno disponibili i risultati delle
analisi di questi prodotti, per verificare l’eventuale presenza del colorante
Sudan IV.
di C.
S.
pubblicato il 17 novembre 2015 in Tracce > Salute
pubblicato il 17 novembre 2015 in Tracce > Salute
martedì 17 novembre 2015
lunedì 16 novembre 2015
Gli oli di semi sono insalubri per friggere, meglio l'olio d'oliva
Fonte : Anno 13 | 16 Novembre 2015 | redazione@teatronaturale.it
Gli oli di semi sono insalubri
per friggere, meglio l'olio d'oliva
Sotto accusa sarebbero gli omega 6, ovvero gli acidi
grassi polinsaturi. Dopo cotture ad alta temperatura con oli di semi i cibi
conterrebbero quantità eccessive di aldeidi, composti chimici che sono stati
associati a varie forme di cancro e a malattie neurodegenerative come
l'Alzheimer. Meglio l'olio d'oliva
Sia gli acidi grassi omega 3 sia quelli omega 6 sono utilissimi
al nostro organismo. L'acido linoleico, un acido grasso omega 6, è considerato
addirittura essenziale, ovvero non producibile dal nostro corpo a partire da
altri composti.
Negli ultimi 150 anni, tuttavia, l'apporto di omega 6 è
aumentato, mentre quello degli omega 3 è parallelamente diminuito, con
l'aumento di malattie cardiache. E' infatti noto che solo un corretto rapporto
di queste due categorie di acidi grassi è utile.
Che cosa succede quando si consumano troppi oli vegetali? Come
ha spiegato il professore di neuroscienze, John Stein, dell’università di
Oxford: “Gli acidi grassi Omega 6, presente in grande quantità negli oli
vegetali, spingono fuori gli Omega 3, benefici per il cervello; per cui
l’assunzione eccessiva e giornaliera di tali sostanze provoca danni cerebrali,
come ad esempio la dislessia”.
Oltre a questo occorre anche considerare come questi composti
vengono assunti. La frittura, per esempio, non sarebbe adatta agli acidi grassi
polinsaturi, quindi gli oli di semi, che naturalmente contengono alte
percentuali di questi tipi di acidi grassi non dovrebbero essere utilizzate per
cotture ad alta temperatura.
La ragione è spiegata da uno studio britannico, pubblicato sul
Daily Telegraph.
Gli oli di mais, girasole, palma e soia rilasciano aldeidi,
composti chimici che sono stati associati a varie forme di cancro e a malattie
neurodegenerative come l'Alzheimer.
Secondo Martin Grootveld, professore di chimica bioanalitica
alla De Montfort University di Leicester, un piatto di fish and chips fritto in
olio di semi contiene dalle 100 alle 200 volte più aldeidi della dose
giornaliera raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Gli oli di semi, nelle conclusioni dei ricercatori, sono
correlati con malattie cardiache, cancro, infiammazioni, ipertensione e
problemi mentali. Per contro, sono numerose le prove che una dieta ricca di
olio di oliva abbia ricadute positive sulla salute.
di C.
S.
pubblicato il 09 novembre 2015 in Tracce > Salute
pubblicato il 09 novembre 2015 in Tracce > Salute
venerdì 13 novembre 2015
giovedì 5 novembre 2015
mercoledì 4 novembre 2015
Comunicato Stampa Regione Marche
Bilancio sulla partecipazione a
ExpoMilano 2015. Ceriscioli: “Sfida vinta dal Paese. Marche si sentono parte di
questo successo"
“Un
bilancio positivo per il Paese, una sfida vinta dalle Marche”. È la sintesi
della partecipazione della regione a Expo Milano 2015. Il bilancio è stato
fatto oggi dal presidente Luca Ceriscioli, nel corso di una conferenza stampa
alla quale hanno partecipato i testimonial marchigiani all’esposizione
mondiale. “Le Marche sono state dentro questa sfida da protagoniste – ha detto
il presidente - Ci sentiamo parte di questo grande risultato, sodisfatti del
lavoro svolto, convinti di aver coinvolto tante aziende del territorio in
un’esperienza che ha segnato il Paese”. Alla vetrina di Milano Expo, continua
Ceriscioli, “abbiamo portato la bellezza delle Marche che racchiude al suo
interno storia, cultura, tradizioni e imprenditorialità di qualità. Dai territori,
dalle regioni è venuto quel contributo positivo per far crescere il Paese”. Le
March erano state chiamate a coordinare le Regioni italiane, “compito non
facile, ma assolto con determinazione - ha concludo il presidente – È stata una
prova di maturità del sistema regionale, superata grazie al contributo di
tutti, sia nel periodo precedente all’Expo, che nei sei mesi dell’esposizione.
L’evento ci lascia la vetrina, cioè la capacità di essere riusciti a proporci
bene a livello mondiale, ma anche la sensazione che nelle difficoltà il Paese,
le Marche, hanno la capacità di emergere e superare la crisi”.
La
partecipazione delle Marche a Expo Milano 2015 era stata concepita su tre
livelli: nell’area espositiva milanese, nella città di Milano (presso lo
showroom Elica), nel territorio marchigiano con l’allestimento di due Porte
(aeroporto Raffaello Sanzio, Diamond Centre di Porto Sant’Elpidio) e cinque
Presidi (Urbino, Ancona, Civitanova Marche, San Benedetto del Tronto,
Tolentino-Urbisaglia). Nelle due settimane di presenza nello spazio adiacente a
Padiglione Italia (29 maggio/11 giugno), la Regione Marche ha promosso 14
eventi e ricevuto la visita di 35 mila visitatori. Sui maxi schermi all’interno
del Cardo si sono avuti 22.550 passaggi video promozionali delle Marche. Sul
territorio regionale sono stati promossi cento eventi con il logo Expo,
ospitate 39 delegazioni straniere, con il coinvolgimento di 538 aziende
marchigiane e 314 straniere, nell’ambito di 45 attività
d’internazionalizzazione a carattere strettamente economico (sulle 83
organizzate).
Lo
scenografo Giancarlo Basili (che ha curato l’allestimento del Padiglione Zero e
dello Spazio Marche) ha evidenziato come il successo dell’Expo sia dovuto alla
grande partecipazione del pubblico: “Col passa parola è stato vinto lo
scetticismo iniziale, condizionato da un clima all’iniziò poco favorevole
all’esposizione”. Le Marche, in particolare, hanno saputo proporsi “in maniera
intelligente, con un tema impegnativo ma affascinante (la longevità e le
prospettive di vita),reinventandosi lo spazio concesso dagli organizzatori con
modalità interattive. Non siamo caduti nella banalità di raccontare
superficialmente il territorio, ma abbiamo proposto la storia, la poesia, il
fascino che le Marche sanno offrire”.
Francesca
Petrini (testimoniale delle Marche e di Expo per il “Saper Fare”) ha parlato
della necessità di non disperdere il patrimonio di credibilità e di esperienze
accumulato a Milano: ha proposto un Expo itinerante delle Regioni e un tavolo
permanente di lavoro “per prepararci alle nuove sfide ambientali che
condizioneranno i fenomeni sociali ed economici dei prossimi anni. Il modello
di vita marchigiano può divenire un patrimonio immateriale dell’Unesco”.
L’imprenditore
Enrico Loccioni (testimonial Marche e di Expo per la “Potenza del limite”) ha
parlato di “un’esperienze che è anche stata occasione per avviare una rete
degli imprenditori marchigiani: non va dispersa, per le Marche l’Expo inizia
ora”.
L’imprenditrice
Roberta Fileni (testimonial Marche) ha suggerito di “dare continuità ai temi
dell’Expo”, proponendo la costituzione di una Carta delle Marche (“Un documento
che indichi la strada su cui costruire i nostri percorsi di successo”).
Il
sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche, Maurizio Mangialardi, ha
riferito come le Marche, a giudizio di numerosi amministratori comunali
d’Italia, siano risultate “la regione che ha interpretato al meglio il tema
dell’Expo”.
martedì 3 novembre 2015
LE MARCHE, TERRA DI TEATRI E MUSICA
Le Marche e la lirica, un
binomio indissolubile. Le Marche vantano alcuni tra i compositori e musicisti
che hanno reso celebre la musica e la lirica italiana nel mondo. In questa
terra sono nati Giovan Battista Draghi detto Pergolesi, Gaspare Luigi Pacifico
Spontini e Gioacchino Rossini i quali, grazie alla loro grande volontà e forza
e alla loro spiccata sensibilità seppero imporsi a livello internazionale. La
tradizione lirica nelle Marche è viva grazie ai Festivals: Rossini Opera
Festival, Festival Pergolesi Spontini, Sferisterio Opera Festival, uniti alle
Stagioni liriche di alcuni dei maggiori teatri della regione.
I TESTIMONIALS MARCHE
Come si fa a raccontare l’anima di una terra? La sua
storia ed il suo percorso future? Gli obiettivi raggiunti e quelli ancora da
conquistare?
Lo si fa parlando degli uomini e delle donne che sono i portavoce di un luogo e che ne portano i tratti distintivi ben oltre i confini territoriali.
Le Marche possiamo raccontarle attraverso uomini e donne di successo, che hanno costruito la loro carriera su una forte base di attaccamento ai valori marchigiani: passione, lavoro, sacrificio, creatività.
Padiglione Italia ha scelto 18 testimonial, 18 imprenditori che hanno saputo con la loro genialità distinguersi e portare l’eccezionalità delle Marche fuori dai confini regionali, aprendo quella finestra sul mondo che Expo 2015 ci permette di allargare ancora.
Lo si fa parlando degli uomini e delle donne che sono i portavoce di un luogo e che ne portano i tratti distintivi ben oltre i confini territoriali.
Le Marche possiamo raccontarle attraverso uomini e donne di successo, che hanno costruito la loro carriera su una forte base di attaccamento ai valori marchigiani: passione, lavoro, sacrificio, creatività.
Padiglione Italia ha scelto 18 testimonial, 18 imprenditori che hanno saputo con la loro genialità distinguersi e portare l’eccezionalità delle Marche fuori dai confini regionali, aprendo quella finestra sul mondo che Expo 2015 ci permette di allargare ancora.
·
Diego Della Valle – moda
Expo 2015, la Regione Marche traccia un bilancio sulla sua partecipazione
ANCONA –
Domani (mercoledì 4 novembre) alle ore
11.30, presso la sede della Giunta
regionale ad
Ancona, il presidente della Regione, Luca Ceriscioli,
terrà una
conferenza stampa per tracciare un
bilancio sulla partecipazione marchigiana a
Expo
Milano 2015.
All’incontro
interverranno i testimonial Expo delle
Marche. L’appuntamento con i giornalisti
è fissato
presso la Sala Raffaello di Palazzo Raffaello, in via
Gentile da
Fabriano 9.
lunedì 2 novembre 2015
SCATTI DI ORGOGLIO "FUORI EXPO"
Nei giorni 19 e 20 ottobre si è svolto l’intenso programma
de “Oliamoci Bene, Qualità su misura”, l’evento milanese organizzato dalla
Fattoria Petrini di Monte San Vito (An) presso lo showroom Elica di via
Pontaccio.
Fattoria Petrini presso lo showroom Elica, Milano |
Nella due giorni, Francesca Petrini ha entusiasmato il pubblico
presente coinvolgendolo nel mondo dell’olio con degustazioni professionali dopo
un’ampia introduzione legata alla sua composizione chimica.Questa infatti
enfatizza l’aspetto salutistico dell’olio extra vergine di oliva di qualità che
contiene acidi grassi essenziali come quelli polinsaturi ma soprattutto un’alta
percentuale di acido oleico, il monoinsaturo contenuto nel latte materno e nel
tessuto adiposo oltre che numerose sostanze benefiche nella frazione insaponificabile
come i polifenoli.
Molto apprezzate sono state le lezioni della Sfoglina
Simonetta e le creazioni sartoriali per la tavola di Fiorella Ciaboco.
Sfoglina Simonetta, Francesca Petrini e Fiorella Ciaboco |
Le tre marchigiane, Simonetta, Francesca e Fiorella |
Per saperne di più : www.fattoriapetrini.it
/ www.organicfood.it
/www.sfoglinasimonetta.it/ www.sartoriafiorella.com
EXPO HA DIMOSTRATO IL PARADIGMA DEL GLOBALE PIU' LOCALE di Aldo Bonomi
giovedì 29 ottobre 2015
DOVEROSI SONO I RINGRAZIAMENTI.
“Doverosi sono i ringraziamenti. Alla Direzione Expo, tutta,
con i suoi collaboratori, alla Regione Marche per il generoso investimento e
per il coordinamento delle altre regioni con ruolo di capofila.Sono stati mesi importanti per il tenore dei temi trattati e
per il risvolto che essi hanno avuto anche a livello internazionale; sono stati
mesi densi di significato politico-sociale in cui l’Italia, come sistema paese,
ha avuto un ruolo di primo piano, centrale e strategico di indirizzo sul tema
ampio della sostenibilità che, in tutte le sue forme, dal cibo al risparmio
energetico, dall’agricoltura biologica alle politiche di gestione ambientale,
sarà la PAROLA D’ORDINE del prossimo futuro, a partire da oggi. Sì, perché l’impegno
non può esaurirsi con la fine di Expo ma deve essere coerentemente portato
avanti da tutti coloro finora coinvolti, da tutti gli stakeholders.
Io, come altri testimonials italiani, ci siamo riuniti in
associazione – “Padiglione Italia” – proprio per perseguire questo scopo in un’ottica
di continuità con i temi trattati per affrontare il dopo evento in modo
costruttivo, progettuale affinchè la nostra esperienza, quella delle nostre
realtà professionali e imprenditoriali, venga messa a disposizione soprattutto
sui territori ma anche a livello nazionale e all’estero.Noi possiamo diventare “portatori sani” di una scala di
valori che leghi la terra al territorio con i risvolti afferenti la qualità del
cibo, il suo ruolo preventivo nei confronti della salute (fa che il cibo sia la
tua medicina – lo diceva già Ippocrate che la salute si procura e si cura a
tavola), la sua sicurezza, il rispetto ambientale e le buone pratiche agricole
nella consapevolezza che viviamo in un mondo caratterizzato da scarse risorse
da utilizzare in maniera sempre più responsabile.”
Francesca Petrini
Diana Bracco e Francesca Petrini |
martedì 27 ottobre 2015
TERRITORI E PROTAGONISTI DI PADIGLIONE ITALIA EXPO 2015
Presieduto da Diana Bracco, commissario generale di
Padiglione Italia Expo 2015, il seminario finale del ciclo “Territori e
Protagonisti” ha visto – lunedì 26 ottobre all’auditorium di Palazzo Italia -
la partecipazione dei principali stakeholders , dalle regioni ai testimonials
italiani, che hanno avuto un ruolo di primo piano nel determinare il successo
di Expo in questi sei mesi, ora chiamati a ragionare sul dopo evento.Al tavolo dei relatori, Francesca Petrini della Fattoria Petrini, Testimonial Marche nel mondo, ha parlato della sua esperienza e del significato che ha avuto Expo per il paese in termini di contenuti e valori meritevoli di essere portati avanti e diffusi anche sui territori regionali.
Da sinistra Paolo Massobrio, Giuseppe De Rita e Diana Bracco |
Francesca Petrini, Fattoria Petrini, Testimonial Marche nel mondo |
Relatori Cesare Vaciago, Josko Gravner, Carla La Placa e Francesca Petrini |
Mentre gli Expo nel XIX e XX secolo sono stati eventi di
celebrazione della potenza di un’economia e di una scienza motori di progresso
illimitato e continuo, la fase storica in cui viviamo pone invece il tema dei
limiti allo sviluppo come questione centrale del nostro tempo.
L’Expo di Milano sarà il primo grande Expo che incorpora
direttamente la riflessione sulla potenza del limite, ovvero la capacità di
quest’ultimo di innescare processi di innovazione economica, sociale e
culturale. Una discontinuità che riguarda anche la natura sociale e politica
dell’evento.
Padiglione Italia ha posto al centro del suo operato fin
dall’inizio il rapporto tra esposizione e territori del paese a partire dalle
loro rappresentanze istituzionali per arrivare ai soggetti dell’innovazione e dello
sviluppo locale. In un lungo percorso di relazione con il territorio, regioni,
enti locali, associazionismo, imprese ed esposizione sono entrati in relazione
reciproca mobilitandosi sui territori e rappresentandosi a Milano.
Questo patrimonio di relazioni e iniziative rappresenta un
elemento importante dell’eredità di Expo insieme al patrimonio di formazione
attivato da Padiglione Italia (progetto scuola, sicurezza alimentare, sommelier
cinesi).
Iscriviti a:
Post (Atom)